Mi ricordo un corridoio lunghissimo fitto di porte. Alloggi di studenti e di puttane.
Che sembrava di stare dall’altra parte del mondo.

Come in quella casa in cima alla scogliera dove c’eravamo conosciuti.
Fuori dal ciclo dei giorni, fuori dalle stagioni, dal mondo.
Come quando ti sei lasciato portare a centinaia di chilometri da casa.

Come adesso. Che ritrovo per caso questa canzone.
E allora penso che è stato bello incontrarci. E poi ancora e ancora. Senza doversi spiegare.
E mi rammento di me.

Amico mio, bisognerebbe tenersi forte gli uni gli altri senza perdersi mai.

 
da Poesie finite male